Quattro giorni e quaranta ore di gare. 1159 atleti di 47 nazioni che si sono contesi le medaglie e i 44 titoli in palio. 42 ore di evento trasmesse in Eurovisione, 125 operatori dei media accreditati da tutta Europa comprese diverse TV internazionali. Ecco solo alcuni dei numeri della 24esima edizione dei Campionati Europei under 20 appena conclusi a Grosseto. “Una città – commenta con soddisfazione il presidente FIDAL Alfio Giomi alla guida anche del Comitato Organizzatore di Grosseto 2017 – che è tornata ad accoglierci dopo gli Europei Juniores del 2001 e i Mondiali U20 del 2004. Con impianti rimessi a nuovo e uno stadio pieno come non mai con un’atmosfera meravigliosa. Penso che chi è venuto a vedere le gare dal vivo avrà da raccontare un’esperienza indimenticabile così come quella dei giovani atleti in pista. E’ stata stimata una media di 10-12.000 presenze che si sono alternate nel corso di ogni singola giornata. Non posso che ringraziare chi ha permesso all’Italia dell’atletica di vivere questa fantastica avventura: l’Amministrazione Comunale in primis, le aziende partner, i giudici, i volontari e tutto lo staff del comitato organizzatore. Presto avremo i dati ufficiali di uno studio che abbiamo commissionato per valutare l’impatto della manifestazione sul territorio che, a quanto pare, in questi giorni ha registrato un autentico sold-out nelle strutture ricettive. Tanti buoni motivi che qui non possono non far pensare al futuro”.
BALDINI: “UNA SQUADRA FANTASTICA!” – Grosseto 2017, il giorno dopo. Allo Stadio Zecchini oggi non ci sono gare, ma nell’aria resta l’eco freschissima del fantastico finale degli Europei under 20: l’oro della 4×400 azzurra maschile con l’inno d’Italia cantato a squarciagola da tutta la tribuna, compreso il DT del settore giovanile e allo Sviluppo Stefano Baldini. “La voce anche stavolta se ne è andata, come purtroppo questi bellissimi giorni di gare. Tra Bydgoszcz e Grosseto abbiamo vissuto due settimane di grande lavoro, ma anche di grandi soddisfazioni. Risultati che, grazie al confronto con il resto del Vecchio Continente, ci danno delle certezze e delle indicazioni su quello che c’è ancora da fare. Degli Europei U20 resteranno tante emozioni e il ricordo di un evento che ha dato belle risposte sia in pista che dal punto di vista organizzativo. Eravamo il paese ospitante e penso che abbiamo fatto una bella figura”.
Il bilancio finale della rassegna continentale non è fatto solo di cifre, ma anche di tante storie. “9 medaglie, 111 punti, 24 finalisti, 5 record italiani e 25 primati personali. Siamo di nuovo a piani alti di classifica a punti e medagliere con il primo posto in quello maschile come una settimana fa agli Europei U23. Ogni medaglia ha una storia e un percorso: aggiungere al podio individuale quello di squadra in staffetta come hanno fatto Aceti, Tortu e Sibilio, battendo primati che resistevano da tanto tempo è un bel valore aggiunto. I quartetti azzurri sono stati assolutamente protagonisti a Grosseto e considerando che tre dei componenti della 4×400 l’anno prossimo saranno ancora juniores, li aspettiamo in azione anche ai Mondiali U20. Insomma, tanti bei mattoncini per il futuro del nostro sport”. Che cosa ha fatto la differenza a Grosseto? “Sicuramente l’atmosfera: è stata entusiasmante e ha generato una bella energia per l’atletica italiana che ora non bisogna assolutamente disperdere. E’ il frutto di un lavoro programmato e iniziato da tempo con atleti, tecnici personali, società e staff tecnico federale. Grazie perché ognuno ha fatto la sua parte e questi risultati sono merito di tutti”.
LIVELLO TOP, ECCO LA GENERAZIONE DEI MILLENNIALS – “Molte prestazioni, come il livello complessivo della manifestazione, sono state davvero di spessore internazionale – continua l’olimpionico di maratona ad Atene 2004 –. Su tutti i record del mondo del decathlon del tedesco Kaul e della 4×100 femminile della Germania (43.27 in batteria, ndr) e in generale i salti in estensione su una pedana fantastica. Atleti giovani come il triplista Dallavalle o “millennials” come Battocletti, Coiro e Visca si sono fatti trovare pronti nell’occasione che conta. Questa è la mentalità giusta che vogliamo vedere nei nostri ragazzi e nell’ambiente da cui provengono che ha permesso loro di crescere con serenità. Altri magari non erano al 100% e qui non sono potuti esserci: penso alla Zenoni che ci ha provato fino all’ultimo o alla Tommasi, frenata da un problema fisico, ma che nei 5000 sarebbe stata sicuramente protagonista. Attenzione, però, perché non finisce qui. Questo luglio azzurro continua con l’EYOF a Gyor in Ungheria: in un mese oltre 200 giovani tra i 15 e i 22 anni avranno vestito la maglia della Nazionale”.
“I ragazzi a Grosseto ci hanno fatto sognare e divertire – aggiunge Tonino Andreozzi, assistente alla Direzione Tecnica del settore giovanile -. E penso che questo sia arrivato al tanto pubblico che c’era in questi giorni allo stadio e che ha ha dato una bella spinta in più quando si trattava di correre quell’ultimo rettilineo sotto la tribuna. La squadra è stata compatta e coinvolgente anche nel fare il tifo. Ma la squadra è anche quella dello staff tecnico federale a cui contribuisce la costante collaborazione con i tecnici personali”. Da Grosseto ora il testimone passa a Boras, in Svezia, sede della prossima edizione degli Europei U20.