La tiene alta, il nostro Marcell. La sventola, orgoglioso, quella bandiera tricolore, che nell’atletica ha svettato su tutte le altre per cinque volte, in un’Olimpiade che ci ha tolto il fiato. Cinque ori, un secondo posto semplicemente fantastico nel medagliere, soltanto gli Stati Uniti meglio di un gruppo azzurro che ha fatto emozionare e appassionare tutta l’Italia. È un carnevale di suoni e colori allo stadio Olimpico di Tokyo, per la cerimonia che conclude i Giochi Olimpici più belli, più ricchi, più entusiasmanti per l’Italia dell’atletica. Due ori, due imprese. E quindi tocca a lui, tocca al campione olimpico dei 100 metri e della staffetta 4×100 il ruolo di portabandiera per l’Italia Team. Marcell Jacobs sfila insieme agli alfieri delle altre nazioni partecipanti (un numero enorme, oltre duecento), scelto come simbolo azzurro nell’edizione con più medaglie di sempre (40 in totale, 10-10-20).
“È stata un’emozione super – le sue parole, una volta uscito dallo stadio e salito sul bus (domani la partenza per l’Italia) – pensare che stavo rappresentando l’Italia nella cerimonia di chiusura di questa Olimpiade è stato veramente bello. Con questa bandiera, nel 2021, abbiamo fatto qualcosa di incredibile. È stato stupendo condividere la cerimonia con i compagni di squadra che sono rimasti, e rivedere lo stadio per l’ultima volta, questo stadio che mi ha regalato davvero tanto”. La cerimonia finale è un’altra delle immagini che resteranno della sua Olimpiade esagerata. Come resterà l’abbraccio tra Gimbo Tamberi e Mutaz Barshim, il gesto che suggella la volontà di condividere l’oro olimpico dell’alto, un’immagine mostrata al culmine della commovente clip che introduce la cerimonia. Una serata festosa, divertente, alla quale prendono parte anche gli azzurri delle staffette 4×400, entrati in campo insieme a tutte le altre delegazioni in un gigantesco dancefloor, tra selfie, ritmi sorprendentemente brasiliani, ska, elettro-pop e tutta l’allegria che un evento così può sprigionare.
La premiazione dei vincitori di maratona (doppietta keniana con Kipchoge e Jepchirchir), la presentazione di Federica Pellegrini come nuovo membro della Commissione atleti del CIO, il passaggio di consegne tra Tokyo e Parigi, prossima sede olimpica. Tre anni, non quattro, di attesa. È appena finita, la fiamma si è appena spenta e c’è già voglia di riaccenderla. Sarà perché l’atletica ha acceso l’Italia.
naz.orl.
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