Medaglie e prestazioni. Ma anche partecipazioni che fanno crescere. Le Olimpiadi dei laziali sono terminate e come per tutta l’atletica nazionale, per il Lazio saranno memorabili. Il medagliere dell’atletica vede l’Italia ai primissimi posti, grazie a 5 ori: secondi dietro agli Stati Uniti e davanti a Polonia e Giamaica (4 ori); manca la maratona maschile che si corre nella notte italiana di domenica, per chiudere i conteggi. “Un grande orgoglio tutti i nostri atleti: quelli che hanno vinto, quelli che hanno raggiunto semifinali e finali, quelli che sono rimasti a disposizione. Sono nella storia dello sport italiano e mondiale” dice il presidente di FIDAL Lazio, Fabio Martelli.
Di questi cinque, favolosi, ori, per l’atletica italiana il Lazio ne “coccola” 4: è da qui, dagli impianti del nostro territorio, che sono partiti per Tokyo, gli atleti che l’hanno vinti. Marcell Jacobs, che lo straordinario 9.80 per l’oro dei 100 metri e la perfetta frazione della 4×100 olimpionica, l’ha preparati al Paolo Rosi con Paolo Camossi; Antonella Palmisano e Massimo Stano, che a Castelporziano, all’Infernetto, marcia dopo marcia, con il tecnico Patrizio Parcesepe, hanno costruito l’oro olimpico della 20 km.
“Quattro metalli preziosissimi nati nelle strutture del Lazio, in questo caso una gestita dal Comitato Regionale e l’altra vera e propria casa delle Fiamme Gialle – aggiunge il presidente di FIDAL Lazio, Fabio Martelli – sono la punta di un iceberg di passione, lavoro, fatica, intraprendenza che contraddistinguono tutto il nostro movimento, su ogni singola pista di Roma, Viterbo, Reti, Frosinone e Latina. Sono le medaglie di tutto il Lazio – aggiunge Martelli – e ovviamente di tutta l’atletica e dello sport tricolore.
Ora godiamo dei frutti del lavoro e dell’abnegazione di ogni singolo ingranaggio che fa girare il complesso e bellissimo motore dell’atletica regionale”.
Nei giorni scorsi, prima ancora che gli Azzurri trionfassero anche nella marcia e nella 4×100, il presidente di FIDAL Lazio ha parlato a La Repubblica, avanzando una speranza: “Le gesta di Tamberi e Jacobs, oltre alle altre grandi prestazioni degli atleti Azzurri, daranno una spinta incredibile a tutto il movimento. I bambini potranno sognare davanti allo specchio di essere Gimbo o Marcell”. Una grande spinta dovuta a risultati e visibilità dell’attività che il Lazio vuol catalizzare, forte già del terzo posto in Italia come numero di società presenti e con un numero di iscritti che si aggira intorno a quota 20mila.
Una macchina enorme, che si alimenta col lavoro. Degli atleti, certo, ma anche delle società, dei tecnici, dei dirigenti, dei giudici, degli appassionati, del Comitato Regionale: “Quello che è accaduto alle Olimpiadi, per quel che concerne l’Italia, non era mai avvenuto nella storia. È il frutto dell’impegno di tutti. Ma una cosa permettetemela: bisogna dare merito a tutti coloro che lavorano dietro le quinte, i cui sforzi sono fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo e, in questo caso, della vittoria di una medaglia. Prendo a esempio una categoria, a cui tengo particolarmente perché ne faccio parte e che riassume il lavoro di tanti altri. Parlo dei tecnici italiani: sia della velocità sia dei salti, della marcia, dell’endurance, della maratona e del mezzofondo. Sono i migliori! Merito al loro grande lavoro, perché sono coloro che vivono con i ragazzi ogni momento della giornata, ogni difficoltà, ogni metro che percorrono. Concludo dicendo: complimenti a tutta la spedizione azzurra per i risultati e ai tecnici che hanno mandato gli atleti alle Olimpiadi in condizioni psico-fisiche incredibili! Avanti così!”.
Sui tecnici, FIDAL Lazio punta da sempre e continuerà a farlo: “A settembre – spiega il presidente Martelli – è già in programma di rinforzare, col lavoro, l’attività formativa rivolta ai tecnici con seminari di altissimo livello. Questo perché il tecnico è e deve essere al centro dell’atletica regionale, nazionale e internazionale. Il binomio atleta-tecnico è imprescindibile, fondamentale. Sulla formazione abbiamo sempre lavorato: FIDAL Lazio e il Centro Studi del CR da settembre potenziano l’attività in favore di chi plasma gli atleti a tutti i livelli. È un credo fermo a cui non ci sottrarremo mai”.