Gimbo d’oro, Gimbo diamante. Ha scritto la storia a Tokyo, ha aggiunto un’altra fantastica pagina a Zurigo. Gianmarco Tamberi è il primo italiano di sempre a conquistare il Diamante della Wanda Diamond League, il massimo circuito mondiale dell’atletica: il campione olimpico del salto in alto trionfa nella finale dello stadio Letzigrund con la misura di 2,34 e fa impazzire il pubblico con uno show straordinario, in pedana e fuori. Un trascinatore con pochi eguali nell’atletica mondiale. Un autentico mattatore. L’azzurro delle Fiamme Oro è perfetto fino a 2,30, con tutte le quote superate alla prima prova, poi ricorre al secondo tentativo per oltrepassare 2,32 e si prende anche un superlativo 2,34 al secondo assalto. Tamberi porta a casa anche i 30mila dollari del prize money, chiuderà la stagione al primo posto nel ranking mondiale superando il bielorusso Nedasekau, e al Weltklasse riceve l’applauso di tutti gli altri big mondiali, durante e dopo i suoi salti. Nella foto di gruppo dei trentadue Diamond League Champions, brilla anche il fuoriclasse marchigiano. Chapeau. In generale è una buona serata per gli altri azzurri, in particolare per il quarto posto di Tobia Bocchi (Carabinieri) nel triplo con 16,71 (+0.3) e per la quinta piazza di Paolo Dal Molin (Fiamme Oro) nei 100hs con 13.43 (+0.6). Ottavi Ahmed Abdelwahed (Fiamme Gialle) e Davide Re (Fiamme Gialle), rispettivamente con 8:25.06 nei 3000 siepi e 46.64 nei 400. Ed è una notte di atletica spaziale: nel salto con l’asta sigilla la stagione con 6,06 lo svedese Armand Duplantis (poi prova tre volte senza fortuna il record del mondo a 6,19), vola alla migliore prestazione mondiale 2021 nell’asta la russa Anzhelika Sidorova (5,01), decolla a 15,48 la venezuelana Yulimar Rojas nel triplo, vittorie con 9.87 e 10.65 nei 100 metri per gli sprinter Fred Kerley (Stati Uniti) ed Elaine Thompson-Herah (Giamaica). Stupisce ancora la diciottenne namibiana Christina Mboma, al primato mondiale under 20 e record africano dei 200 metri con 21.78 (+0.6), grandioso anche il 19.70 (+0.6) di Kenny Bednarek al maschile. Successi nei 400hs per il norvegese primatista del mondo Karsten Warholm (47.35) e per l’olandese Femke Bol (52.80). Bellissimi, per intensità agonistica, i duelli dei 1500 metri, con la vittoria al femminile della keniana Faith Kipyegon (3:58.33) sull’olandese Sifan Hassan (3:58.55) e del keniano Timothy Cheruiyot (3:31.37) sul norvegese Jakob Ingebrigtsen (3:31.45).
Il pubblico di Zurigo, competente e appassionato, si spella le mani per Gimbo Tamberi ad ogni salto. No problem a 2,16 e 2,20, l’asticella trema a 2,24 ma basta il primo tentativo per andare a segno, e non cade nemmeno a 2,27 nonostante un lieve tocco con il polpaccio. Il 29enne marchigiano è l’unico a liberarsi di questa quota al primo tentativo, una misura che invece è fatale al bahamense Donald Thomas, mentre il bielorusso Maksim Nedasekau e l’ucraino Andriy Protsenko impiegano due stoccate, il russo Ilya Ivanyuk e il canadese Django Lovett tre. Si procede in cinque a 2,30, la misura superata da Tamberi domenica scorsa per il successo di Chorzow. Ed è una misura che non gli sfugge nemmeno stasera, peraltro con esecuzione perfetta, alla prima cartuccia. A Protsenko servono tre salti per riuscirci, così come a Ivanyuk, mentre Nedasekau sbaglia il primo tentativo e decide di passare a 2,32, tattica di gara spesso utilizzata dal bielorusso nelle occasioni di lusso. A 2,32 Gimbo è ancora esemplare: okay alla seconda, resta al comando e corre ad abbracciare Warholm che faceva il tifo a bordo pedana. Ivanyuk e Nedasekau fuori (il russo è terzo con 2,30, il bielorusso quarto con 2,27), si decide tutto a 2,34 perché a Protsenko rimane un tentativo e lo sfrutta lì. Ma è sbagliato (e chiude secondo con 2,30). Gode l’azzurro, che non si accontenta, sospinto da un pubblico in estasi che è tutto per lui e lo trascina anche a 2,34. Terminato lo show in pedana, iniziano i selfie, gli abbracci, la corsa con l’oro di Tokyo al collo e con il diamante tra le mani. Non lo aveva ancora vinto nessuno, tra gli italiani, dal 2010. Il tabù è infranto.
Tra i primi a complimentarsi con Gimbo c’è il campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs, con il quale ha condiviso la gioia immensa del 1° agosto 2021, il doppio oro in pochi minuti nella serata dei sogni.
“Il mio bro!”, il commento dello sprinter, accompagnato da un cuore, sulla pagina Instagram di @AtleticaItaliana. Si congratula anche l’oro olimpico della staffetta Fausto Desalu: “Fenomeno vero!”.
SORRIDI, ITALIA – Un quarto posto in Diamond League non capita tutti i giorni: può sorridere Tobia Bocchi (Carabinieri) che guadagna una posizione in più nell’ultimo dei sei salti (con 16,71/+0.3), si lascia alle spalle il portoghese Tiago Pereira (16,61) e lo statunitense Donald Scott (16,22), e si complimenta con il portoghese oro di Tokyo Pedro Pichardo, autore di uno splendido 17,70. Vittoria davanti a Hugues Fabrice Zango (Burkina Faso, 17,20) e all’algerino Yasser Triki (17,03). L’emiliano Bocchi, deluso ai Giochi per una finale mancata di poco, aveva aperto la serata con 16,53, poi 16,03, due nulli e un 16,29. Bravo. Nella notte del Weltklasse non tradisce nemmeno Paolo Dal Molin (Fiamme Oro). Il primatista italiano afferra un prestigioso quinto posto nella finale del massimo circuito, con il crono di 13.43 (+0.6) e con una prova senza eccessive sbavature (colpito l’ottavo ostacolo), per coronare una stagione che l’ha riportato ad alti livelli internazionali, con la chicca del bronzo degli Euroindoor. Lì davanti, lo statunitense Devon Allen, quarto ai Giochi, ribalta il verdetto olimpico e con 13.06 si sbarazza dei giamaicani Ronald Levy (13.06) e Hansle Parchment (13.17), rispettivamente di bronzo e d’oro in Giappone. Ottava piazza per Ahmed Abdelwahed (Fiamme Gialle, 8:25.06) che sceglie una condotta di gara prudente, sempre in fondo al plotone, prima di perdere contatto nel giro finale, quando fa selezione il keniano Benjamin Kigen (8:17.45) capace di resistere al rientro dell’oro olimpico Soufiane El Bakkali (Marocco, 8:17.70). Non la migliore delle serate per Davide Re (Fiamme Gialle). Il primatista italiano dei 400 metri e della staffetta 4×400 chiude all’ottavo posto nel giro di pista, mai realmente in gara con i più forti, non meglio di 46.64 al traguardo. Serve un tuffo sulla linea d’arrivo allo statunitense Michael Cherry per avere la meglio del bronzo olimpico Kirani James (Grenada), in rimonta ma non a sufficienza, in un duello che restituisce una quasi perfetta sovrapposizione tra le due sagome nel fotofinish, anche più di quanto dica il centesimo che li divide (44.41 contro 44.42).
DUPLANTIS VOLA, SIDOROVA SIDERALE – Le abitudini, quelle belle: anche stasera lo svedese Armand Duplantis solletica il record del mondo dell’asta, stavolta con meno convinzione, a 6,19, rispetto a Bruxelles ma pur sempre con un primo tentativo apprezzabile. Chiude con 6,06 (record del meeting) e stacca lo statunitense Sam Kendricks e il russo Timur Morgunov, entrambi a 5,93. Fiumi di emozioni anche al femminile. Solo tre donne, prima di stasera, avevano varcato le porte del cielo, i cinque metri nel salto con l’asta al femminile: in ordine di prestigio, la leggendaria Yelena Isinbaeva (Russia, 5,06), la statunitense Jennifer Suhr (5,03 indoor) e la connazionale Sandi Morris (5,00). Da stasera, nel ristrettissimo club entra anche la russa Anzhelika Sidorova, campionessa del mondo a Doha, argento olimpico a Tokyo, spaziale 5,01 sulla pedana magica del Letzigrund, che non a caso è la casa del record del mondo della Isinbaeva, datato 2009. Un primato che stasera non viene attaccato perché Sidorova – diamante in mano – preferisce fermarsi dopo il terzo, vincente salto, alla migliore prestazione mondiale dell’anno, una misura che tra outdoor e indoor non si vedeva da cinque anni. Spettacolare la sua serie, senza errori fino al 4,96, che già rappresentava un miglioramento di un centimetro per la 30enne che in questo stadio aveva trionfato agli Europei di sette anni fa.
ROJAS DA URLO – A diciannove centimetri dal (suo) record del mondo. Con la quarta prestazione nella storia del triplo. Strabiliante, Yulimar Rojas. Il suo sesto salto è il migliore, è il decollo a un roboante 15,48 (+0.3). Ma per la venezuelana che a Tokyo ha impressionato con un irreale (e nonostante tutto ancora migliorabile) 15,67, è sostanzialmente vietato saltare al di qua dei quindici metri: stasera anche un 15,27 al primo e un 15,22 al quinto. Devastante. Nulla possono le giamaicane Shanieka Ricketts (14,64) e Kimberly Williams (14,47).
KERLEY E THOMPSON 100 SHOW – Due proiettili da 9.87 e da 10.65. Fred Kerley (Stati Uniti) ed Elaine Thompson-Herah (Giamaica) non lasciano scampo ai rivali nello sprint.
L’argento olimpico Kerley, che nell’ultimo aggiornamento ha superato l’azzurro campione olimpico Marcell Jacobs al primo posto del ranking mondiale, è il re della Diamond con una volata magistrale, contro un vento di -0.4: battuti il canadese Andre De Grasse che pareggia il personale a 9.89 e lo statunitense Ronnie Baker (9.91). Sotto i dieci secondi anche Trayvon Bromell (9.96). Nono Yupun Abeykoon (10.25), il cingalese dell’Atletica Futura Roma. Tra le donne jet, il successo in Diamond League completa la favolosa stagione della giamaicana Thompson tre volte d’oro a Tokyo: negli ultimi trenta metri, con un tempo che a Zurigo non si era mai corso (10.65/+0.6), scappa via alla britannica Dina Asher-Smith (10.87) e alla svizzera Ajla Del Ponte (10.93).
200: MBOMA 21.78, BEDNAREK 19.70 – Magnifici anche i 200 metri: la namibiana argento olimpico Christine Mboma sfoggia un clamoroso record del mondo U20 con 21.78 (+0.6) e si lascia alle spalle il bronzo dei 100 Shericka Jackson (Giamaica) al PB di 21.81. Il canadese campione olimpico dei 200 Andre De Grasse (19.72/+0.5) è sconfitto da un sontuoso Kenny Bednarek (Stati Uniti) con 19.70. E un’ora dopo il 9.87 nei 100, l’altro americano Fred Kerley preme sull’acceleratore anche sui 200: terzo in 19.83.
IN PISTA – La terza partenza è quella buona, nei 400 ostacoli al maschile. Nella seconda, esce di scena il turco Yasmani Copello, sanzionato per falsa partenza. Al terzo start, scatta con la solita carica travolgente il norvegese primatista del mondo Karsten Warholm che come di consueto macina gli ostacoli, non si scompone sul nono ostacolo nonostante un’incertezza e conclude in un “tranquillo”, per lui, 47.35, a lungo insidiato dal brasiliano Alison Dos Santos (47.81). Tra le donne, al termine di una stagione super (bronzo olimpico, record europeo e cinque tappe vinte in Diamond League) l’olandese Femke Bol troneggia anche nella serata finale e firma il record del meeting, effetto di un 52.80 notevole, impossibile per la statunitense Shamier Little (53.35). Strepitosa anche la gara dei 100hs, a colpi di area record (primato africano per la nigeriana Tobi Amusan con 12.42/+0.4) e di record olandese: Nadine Visser sfreccia in 12.51, a riprova del momento eccezionale delle ostacoliste orange. Notevole anche il 12.55 della giamaicana Megan Tapper. Quanera Hayes (Stati Uniti) incassa il diamante nei 400 metri al femminile (49.88), sotto i cinquanta secondi come la dominicana Marileidy Paulino (49.96).
MEZZOFONDO – È meraviglioso il testa a testa nei 1500 fra la campionessa olimpica Faith Kipyegon e l’oro dei 5000 e 10.000 Sifan Hassan. La keniana tiene la corsia interna, l’olandese gira al largo, rincorre, prova ad affiancare l’avversaria e ci riesce a metà rettilineo, ma le energie maggiori le ha proprio Kipyegon e può ribadire il suo dominio sulla distanza (3:58.33), dando un nuovo dispiacere alla Hassan (3:58.55). Stessa specialità, emozioni non meno intense per gli uomini, e un copione simile alla gara femminile: superato un intraprendente Stewart McSweyn (poi terzo in 3:32.14), Timothy Cheruiyot si presenta in testa sul rettilineo conclusivo, il norvegese oro olimpico Jakob Ingebrigtsen dà l’impressione di riuscire a scalzarlo ma così non è, e il keniano argento di Tokyo stavolta chiude in testa (3:31.37), otto centesimi meglio del campione a cinque cerchi (3:31.45). Alle Olimpiadi non c’era, a Zurigo sì: la keniana Norah Jeruto a segno nei 3000 siepi (9:07.33) e per la seconda piazza risale l’altra keniana Hyvin Kiyeng (9:08.55), bronzo a Tokyo, sulla statunitense d’argento Courtney Frerichs (9:08.74). Di rimonta la vittoria negli 800 dell’oro olimpico Emmanuel Korir (1:44.56) nel derby keniano con Ferguson Rotich (1:44.96), è invece britannico il doppio giro al femminile, in virtù dell’1:57.98 di Keely Hodgkinson, a bruciare la statunitense Kate Grace (1:58.34).
LANCI – Daniel Stahl, e chi altrimenti? Lo svedese conquista il titolo di Diamond League Champion scagliando il disco a 66,49. Anche al femminile primeggia la campionessa olimpica: Valarie Allman (Stati Uniti) è sul trono con 69,20 e non basta alla croata Sandra Perkovic l’assalto finale da 67,22. Doppia affermazione tedesca nel giavellotto: al maschile è uno-due con Johannes Vetter (89,11) e Julian Weber (87,03), tra le donne si impone Christin Hussong (65,26), ai danni della campionessa del mondo australiana Kelsey-Lee Barber (62,68).
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