Una rincorsa durata decenni, idealmente dal 1965, anno in cui la Coppa Europa, manifestazione continentale a squadre ideata dallo straordinario dirigente italiano Bruno Zauli (e in seguito a lui dedicata), prese il via. Da allora, tra cambi di format (oggi la rassegna è definita Europeo a squadre, ed è un vero e proprio torneo tra tutti i paesi del vecchio continente) mai l’Italia era riuscita ad aggiudicarsela. Fino, appunto, alla giornata odierna, quando l’incantesimo si è rotto. E’ accaduto a Chorzow, non lontano da Katowice, Polonia, con la squadra azzurra che ha trionfato al termine di tre giornate di confronti di straordinaria intensità. Nella sessione conclusiva di gare, due successi azzurri (sette in totale nella manifestazione), arrivati grazie a Zane Weir nel getto del peso (con un eccellente 21,59) e Gianmarco Tamberi nell’alto (2,29). Secondo posto per Larissa Iapichino nel salto in lungo (6,66, vento nullo), terzi per Filippo Tortu nei 200 metri (20.61, v. -1.3 m/s) e Yeman Crippa nei 5000m (13:34.29). Ed una tenuta d’assieme superlativa. La classifica finale premia l’Italia (426.5 punti) con largo margine sulla Polonia (402.5, quindi ben 24 lunghezze di distanza). Terzo posto per la Germania, quarto per la Spagna, quinto alla Gran Bretagna. Sette successi individuali per la squadra azzurra, come già detto (nelle giornate precedenti vittorie di Nadia Battocletti nei 5000 metri, Sara Fantini nel martello, Samuele Ceccarelli nei 100, Alessandro Sibilio nei 400hs, Tobia Bocchi nel salto triplo), ma anche primo posto nel medagliere degli European Games, dove l’Italia ha collezionato 14 medaglie (6 d’oro, 5 d’argento, 3 di bronzo). Un bottino senza pari. “Il mio pensiero va a Bruno Zauli – il commento del presidente federale Stefano Mei – che questo evento l’ha inventato: oggi abbiamo reso omaggio a un grande uomo e un grande presidente. I nostri ragazzi meritano l’attenzione di tutto il mondo, non soltanto dell’Europa. Questo è il risultato del lavoro quotidiano delle società sul territorio: sono loro a scoprire e far crescere questi talenti, che poi diventano campioni. In questi due anni e mezzo i risultati sono stati straordinari, i ragazzi non smettono mai di sorprendermi”.
LA CRONACA DELLE GARE
Staffetta 4×400 mista – Nella parata conclusiva, con la Coppa già idealmente tra le mani, la formazione azzurra, privata dopo il riscaldamento di Alice Mangione (sostituita da Anna Polinari), spende il giusto in termini di energie nervose, e chiude al quinto posto, in 3:13.56. Il quartetto composto da Edoardo Scotti (45.52 con partenza da fermo), Ayomide Folorunso (50.82 lanciato), Alessandro Sibilio (45.38) e la già citata Polinari (51.84) termina terzo nella serie migliore, superato da Polonia (3:12.87) e Francia (3:13.36, record nazionale); nella serie B, vanno fortissime la Repubblica Ceca (che vince con 3:12.34) e il Belgio (3:12.97), che si piazzano rispettivamente al primo e al terzo posto. Ma c’è tempo solo per leggere la classifica finale, che dice: Italia 426.5, Polonia 402.5, Germania 387.5. Ai piedi del podio, la Spagna, in rimonta (352) supera la Gran Bretagna per il quarto posto (341). Segiuono Olanda, Francia, e nel computo delle sedici, occupano gli ultimi tre posti, quelli che significano retrocessione in Division 2, Norvegia (sedicesima), Turchia (quindicesima) e Belgio (quattordicesimo).
1500 metri donne – Penultima gara di corsa del programma, i 1500 metri donne vivono dal primo all’ultimo metro, come prevedibile, un confronto ultratattico. Sinta Vissa chiude al quarto posto (4:12.62), sulla scia della spagnola Esther Guerrero (4:11.77), con la polacca Galant, seconda, che può solo guadagnare due punti in una rincorsa che ormai è terminata. L’Italia ha vinto il Campionato Europeo per Nazioni, la manifestazione erede della Coppa Europa, a sua volta figlia dell’idea vincente di Bruno Zauli: dar forma di squadra, con una formula tanto semplice quanto efficace, il principale sport olimpico individuale. Sono passati decenni, cambiano i format (con l’accezione che oggi più va di moda) ma l’idea alla base è sempre quella di Zauli. L’Italia, finalmente, onora il suo dirigente sportivo conquistando il Trofeo inseguito per anni.
Alto donne – Nello stesso momento in cui si lancia il giavellotto, va in scena la gara di alto donne. L’1,80 di Erika Furlani (superato al secondo tentativo, prima di arrendersi ai successivi 1,84) non è risultato di particolare signidficato tecnico, ma regala alla squadra altri 4.5 punti, con la Polonia che ne guadagna otto. Non basta, non c’è storia. Vince la francese Meniker, con 1,92, a migliorare una posizione decisamente imprevista per i transalpini. Ma in testa, è sempre Italia.
Giavellotto uomini – Ultimo grande ostacolo della manifestazione per gli azzurri. Il pronostico è decisamente avverso a Michele FIna, che fa quel che può contro avversari di livello assoluto. Il suo 69,47 (serie: 69,47; 67,62; 68,50) vale il quattordicesimo posto, nella lista guidata dal tedesco Julian Weber (86,26). Il polacco Dawid Wagner è quarto con 81,67, e quasto vuol dire dieci punti guadagnati dai principali avversari dell’Italia. Ma non basta per riapire i giochi. La squadra azzurra è lanciata su un ipotetico rettilineo finale, con l’arrivo ormai a portata di mano.
Lungo donne – Larissa Iapichino atterra sul secondo posto, con un miglior salto misurato a 6,66 (v. nullo). La supera la francese Hilary Kpatcha, capace del 6,75 che vale l’accesso ai 16 punti in palio per la classifica. Terzo posto per la spagnola Diame, 6,56. Larissa è subito protagonista in gara, due volte capace della misura che farà classifica (6,66); poi non riesce a trovare lo spunto per riportarsi in testa (due nulli, un 6,56 e un 6,47 a concludere), ma contiene in ogni caso il tentativo di rientro delle avversarie. Il quattordicesimo posto della polacca Bokun (6,03) rende sempre più vicina la vittoria dell’Europeo a squadre.
5000m uomini – Yeman Crippa prova a mettere la gara sui binari più graditi, ma la scarsa collaborazione degli avversari allontana l’azzurro dal primo gradino del podio. Il successo va allo spagnolo Thierry Ndikumwenayo in 13:25.48, davanti allo svedese Andreas Almgren, secondo con 13:25.70. L’azione decisiva a poco più di 500 metri dall’arrivo, quando lo spagnolo rompe gli indugi e attacca, staccando Crippa; Almgren resiste, e sul rettilineo finale prova a contendere la vittoria a Ndikumwenayo.
Crippa è terzo in 13:34.29, ma porta comunque a casa un raccolto sostanzioso in termini di punti. Anche perché il polacco Gos, avversario diretto per la classifica, è ottavo, cosentendo quindi agli azzurri di allungare ulteriormente: Italia al comando con 379 punti, con la Polonia ad oltre 30 lunghezze (30.5, quota 348.5). Crippa porta anche la tredicesima medaglia (un bronzo) degli European Games, con l’Italia al comando anche nel conteggio dei podi.
Getto del peso uomini – Ancora una vittoria per la squadra azzurra. La firma un ottimo Zane Weir, primo con 21,59, misura di livello mondiale per una delle prove più qualificate di questo Europeo a squadre. Il lancio buono è il secondo, dopo il primo misurato a 20,26. Seguono due nulli, e poi altre due bordate oltre i 21 metri, 21,02 e 21,22. Una serie che legittima il successo dell’azzurro, primo sul britannico Lincoln (21,10) e sul polacco Haratyk (20,89). E’ la settima vittoria per l’Italia nella manifestazione, nuovo passo avanti sulla strada che porta al Trofeo. La classifica vede ancora gli azzurri al comando (365 punti), contro i 339.5 della Polonia (distanziata quindi di 25.5 punti). Si muove anche il medagliere degli European Games, sempre con l’Italia protagonista: l’oro di Weir è il sesto della manifestazione, dodicesimo podio per il team azzurro.
3000m siepi donne – Il coraggio di Eleonora Curtabbi vale un prezioso settimo posto (9:59.01) e ancora punti importanti in chiave classifica. Il rischio tracollo, in questa gara, era possibile, anche in considerazione della vittoria colta dalla polacca Alicja Konieczek (9:38.72), ma la tenacia dell’azzurra, al debutto in una competizione di questo livello, e brava a provare a tenere il ritmo delle migliori nella prima parte, contiene il danno ad una manciata di punti. Italia sempre al comando con 349 lunghezze, Polonia a 23.5 (325.5).
Alto uomini – Un grande esordio per Gianmarco Tamberi, vincitore nella “prima” stagionale, con l’azzurro ed il tricolore sul petto, con un probante 2,29. Un successo che vuol dire moltissimo in chiave classifica generale, e che onora il ruolo di capitano assegnato al marchigiano. La gara di Tamberi prende il via con un salto valido a 2,17, e prosegue a 2,23 (quota superata sempre alla prima prova); a 2,26 il primo errore, risolto nel tentativo successivo. In classifica sono rimasti in quattro, me il salto decisivo è quello a 2,29: l’azzurro ce la fa alla prima, unico del lotto, imitato nell’esito positivo (ma al secondo salto) solo dal belga Carmoy. A 2,32 il belga spende gli ultimi due errori a disposizione con il regolamento dell’Europeo a squadre, ed è fuori. Vittoria per il marchigiano (il 2,29 è l’undicesima prestazione mondiale 2023, la terza europea), che fallisce poi l’unico salto a disposizione a 2,34, ma blinda la classifica generale in virtù dei 16 punti portati in casa Italia (sesto successo nella manifestazione). Italia al comando con 339 punti, Polonia a 29.5… La vittoria di Tamberi nella Division 1 dell’Europeo a squadre significa anche l’oro degli European Games, il quinto della rassegna (undicesimo podio, Italia sempre al comando del medagliere, 5-5-1).
Giavellotto donne – Non il miglior risultato possibile, in Casa Italia. Federica Botter non trova la spallata giusta, e termina la gara con 49.12, al quattordicesimo posto. Per fortuna degli azzurri la Polonia non schiera in questa prova un’atleta di primo piano (Witek-Konofal è ottava con 55,19), e così il margine in classifica a vantaggio dell’Italia rimane piuttosto significativo. Gli azzurri guidano con 323 punti, 27.5 in più della Polonia (295.5).
200m uomini – Terzo posto per Filippo Tortu nei 200 metri, e ancora un piazzamento da podio per la squadra azzurra. Il brianzolo chiude in 20.61 (-1.3), alle spalle del francese Zeze (20.29) e del polacco Komanski (20.50), quanto basta per tenere a bada ogni tentativo di rimonta nella classifica generale. Un avvio non particolarmente brillante, quello di Tortu, reso ancor più evidente dal grande start del francese. Sul rettilineo, l’azzurro rosicchia qualcosa a Zeze, ma non riesce a contenere il ritorno di Komasnki, che lo supera nella parte finale di corsa. Italia sempre saldamente al comando, con la Polonia che, ancora una volta, riesce a guadagnare solo un punto sui battistrada (33.5 punti di ritardo per i biancorossi).
200m donne – Mai facile piazzarsi in classifica correndo nella serie più debole. Ma Dalia Kaddari non si fa condizionare dalle circostanze, e chiude al quinto posto nella gradutoria combinata (23.08), dopo il successo nella sua prova (vento debolmente contrario, -0.3). Nella serie migliore, spinte anche da un soffio d’aria più robusto (+1.2), quattro avversarie fanno meglio dell’azzurra, a cominciare dall’olandese Lieke Klaver, che chiude in 22.46 (poi la britannica Williams, 22.75; la greca Emmanoulidou, 22.75; la polacca Kielbasinska, 22.92). Quella della Kaddari è una buona corsa. Sempre composta nell’azione, esce in testa sul rettilineo, e poi contiene il ritorno della svedese Julia Henriksson, seconda con 23.22. Arrivano 12 punti, bottino che contiene il ritorno di polacche e britanniche, qui leggermente meglio di Team Italia. Azzurri in testa con 306 punti, Polonia che accorcia il gap di uno (271.5, 34.5 di ritardo).
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