Un’edizione storica. In una giornata memorabile per lo sport italiano con la vittoria degli azzurri di Mancini agli Europei e la finale di Berrettini a Wimbledon, anche l’atletica trionfa agli Europei under 23 di Tallinn. Battuti tutti i record dagli azzurri con il primo posto nel medagliere e uno straordinario bilancio di 6 ori, 5 argenti e 2 bronzi, per un totale di 13 volte sul podio nella capitale dell’Estonia. Mai così tanti i piazzamenti tra i primi otto (30), terzo posto nella classifica a punti (147,5). Numeri senza precedenti nelle manifestazioni giovanili, considerando anche quelle under 20 e under 18. “In campo gli azzurri ci hanno messo tutto: cuore, entusiasmo e un indiscutibile valore tecnico”, commenta il vicedirettore tecnico per le squadre giovanili Antonio “Tonino” Andreozzi, artefice di questa splendida avventura, lavorando a stretto contatto con il DT Antonio La Torre. “Eravamo consapevoli di schierare una formazione competitiva, come detto alla vigilia – prosegue Andreozzi – anche perché nelle rassegne tricolori di giugno si era visto che gli atleti erano in forma e qui lo hanno pienamente dimostrato”.
CHE GRUPPO – Lo spirito di squadra è una delle chiavi del successo, anche fuori dal campo. “È da diversi anni che molti di loro sono protagonisti negli eventi internazionali – ricorda il vice DT – fin da quando erano allievi. Poi altri si sono inseriti, ma chi entra è come se ci fosse sempre stato, perché nasce un’empatia grazie anche all’intelligenza di questi ragazzi”. Allo stadio Kadriorg è tornata l’onda azzurra: “Era evidente la compattezza e la coesione del gruppo, tra la curva e la tribuna: tutti hanno gioito per i compagni di squadra, tutti insieme hanno cantato l’inno nazionale durante le premiazioni. E tutti quelli che hanno preso una medaglia, come prima cosa, sono andati verso gli altri azzurri che li sostenevano. L’ultima incredibile giornata ci ha portato sette podi, tra cui ben quattro ori, e devo ammettere che mi sono commosso”.
MATURITÀ – Tutti e quattro gli atleti che partivano con il pettorale blu, da capolista stagionale under 23 in Europa, sono riusciti a vincere. “Una prova di maturità, perché hanno sostenuto bene la pressione di fronte a una responsabilità in più. Bellissima la doppietta nei 1500 con Gaia Sabbatini che ha gestito la gara alla perfezione e il rientro di Marta Zenoni a questi livelli, una delle tante note liete di questa rassegna. Nei 400 ostacoli, con una prestazione di valore assoluto che va al di là della categoria, Alessandro Sibilio ha dominato una finale di alto livello. Il crono poteva essere ancora migliore, senza l’esultanza poco prima del traguardo, ma sentiva che era il momento giusto per farlo e il suo modo di essere estroverso è anche la sua forza. Non è un caso che la capitana sia Nadia Battocletti, padrona dei 5000: è entrata ormai in un’altra dimensione, per mentalità e per spessore tecnico. Il triplista Andrea Dallavalle, con la sua capacità di interpretare le situazioni, dà quasi l’impressione che le sue gare siano tattiche, mettendo la zampata quando serve”. Poi i 200 di Dalia Kaddari: “È un’agonista, qui è arrivata preparata e convinta, e nel rettilineo ha impressionato con una fluidità di corsa che ha pochi eguali. L’oro forse meno atteso, negli 800 con Simone Barontini: è stato impeccabile, ha messo in pratica la gara che aveva in mente ed è stato premiato con la vittoria. A motivarlo anche la mancata qualificazione per le Olimpiadi, ma ai prossimi Giochi potrà essere ancora più protagonista.
TANTE MEDAGLIE – “Tra le sorprese piacevoli, l’argento di Manuel Lando che si è superato nell’alto. Da sottolineare la ritrovata competitività del mezzofondo femminile, anche con gli argenti di Eloisa Coiro negli 800 e di Anna Arnaudo nei 10.000 metri. Il capitano Edoardo Scotti, in crescita di condizione verso Tokyo, non si è risparmiato: cinque gare in quattro giorni e due medaglie, il bronzo nei 400 e l’argento con la 4×400 insieme a Sibilio, Alessandro Moscardi e Riccardo Meli, oltre a Leonardo Puca in batteria. Nella marcia, in condizioni ambientali difficili per l’alto tasso di umidità e su un percorso impegnativo, Andrea Cosi ha fatto vedere di essere a proprio agio sulla distanza dei 20 chilometri, conquistando il bronzo. Di solito i quarti posti lasciano l’amaro in bocca, ma stavolta no. È il caso di Dario Dester che ha riscritto dopo vent’anni la migliore prestazione italiana di categoria nel decathlon, uno dei tre record ottenuti a Tallinn con quello di Sibilio e della 4×100 femminile. Staffetta che ha dovuto fare a meno di Kaddari fin dall’inizio, perché affaticata dopo i tre turni dei 200 metri, e poi di Vittoria Fontana, out all’ultimo minuto per un fastidio muscolare in riscaldamento. Ma le velociste (Aurora Berton, Giorgia Bellinazzi, Chiara Melon, Zaynab Dosso) si sono unite per correre la batteria a suon di record e poi anche, purtroppo, per accettare la squalifica a causa dell’invasione di corsia in prima frazione”.
FUTURO – “Con un gioco di parole, si può dire che è una manifestazione da “record-are”, cioè memorabile per i risultati ottenuti. E siamo certamente soddisfatti, perché queste sono le basi per l’atletica italiana del futuro: quella under 23 è una categoria già nell’orbita della Nazionale assoluta, anche per chi non andrà alle Olimpiadi di Tokyo. Il processo di maturazione sta proseguendo sulla strada giusta ed è proprio ciò che vogliamo: condurre all’atletica dei “grandi” con motivazioni sempre maggiori, costruite un passo alla volta”. Adesso si volta pagina. “È stato un campionato incredibile. Il passaggio di testimone è con gli Europei under 20 che iniziano giovedì, per altre quattro giornate di gare fino a domenica, sempre a Tallinn. La squadra sarà ancora più numerosa, con molti atleti alla prima esperienza internazionale, per continuare a divertirci”.
RISULTATI – FOTO (di Anssi Mäkinen/FIDAL) – TUTTE LE NOTIZIE – Le pagine EA sugli Europei U23 – Il sito del Comitato Organizzatore
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