Non si ferma l’onda azzurra, inarrestabile in un 2022 di successi anche per i giovani. Tra medaglie, primati e nuove imprese. È l’anno dei talenti che irrompono al vertice internazionale come Rachele Mori, protagonista nel martello del primo titolo mondiale nei lanci per l’Italia dell’atletica alla rassegna iridata under 20 di Cali, in una notte infinita e incantevole. La superstar degli Europei U18 ha invece il volto del prodigioso Mattia Furlani, con la sbalorditiva doppietta nei salti (lungo e alto) a Gerusalemme. Ma spicca anche, e non è meno importante in prospettiva, la forza del gruppo e la consistenza di una squadra che brilla in diversi settori. Parlano chiaro le cifre di un’edizione tra le migliori della storia per gli juniores, in base al numero di finalisti, e di un’estate al top di sempre per gli allievi. Un movimento che continua a crescere, pronto a raccogliere altri frutti nelle prossime stagioni.
MONDIALI U20: CHE NOTTE A CALI
Quasi un film, con il più bello dei finali. In una gara che sembra non concludersi mai, interrotta a Cali da uno stop di quattro ore (!) per maltempo e poi ripresa, trionfa Rachele Mori: schiacciante la superiorità della martellista livornese, annientata la concorrenza con 67,21 (dopo aver già portato in primavera a 68,04 il record nazionale di categoria) e un vantaggio abissale di oltre quattro metri, quando in Italia è notte fonda, per entrare nella ristretta cerchia degli azzurri vincenti ai Mondiali U20. Emozioni travolgenti, nella stessa serata, anche sulla pedana del lungo dove Marta Amani sfoggia eccezionali capacità agonistiche: all’ultimo salto dà il meglio di sé con il personale di 6,52, sotto la pioggia e con le spalle al muro, che vale uno splendido bronzo. Azzurro vivo in Colombia per le staffette veloci, quarti i ragazzi e quinte le donne con entrambe le 4×100 a due decimi dal podio, oltre che per l’accoppiata di triplisti (Morseletto sesto, Bruno settimo) e di ostacoliste (settima Cavo, ottava Seramondi nei 400hs). In tutto 12 volte tra i primi otto: eguagliato il massimo raggiunto a Tampere nel 2018 se si esclude la rassegna della scorsa stagione a Nairobi, condizionata dalle assenze di alcune tra le principali nazioni, con 15 finalisti azzurri. Ma viene pareggiato anche lo score (38) ottenuto quattro anni fa nella classifica a punti: furono di più solo nel 1994 con 41, oltre che nel 2021 con 51. Due piazzamenti per il 17enne Mattia Furlani: settimo nel lungo e ottavo nell’alto, al secondo appuntamento internazionale dell’anno sulla scia degli exploit agli Europei allievi.
EUROPEI U18: NASCE UNA STELLA
Le prove generali ai Tricolori di categoria a Milano: clamoroso 7,87 nel lungo (in una delle prime esperienze nella specialità) togliendo dopo 21 anni a Andrew Howe il limite italiano in questa fascia di età, e il titolo nell’alto con 2,16. Un paio di settimane più tardi, la consacrazione agli Europei under 18 a Gerusalemme. È impressionante Mattia Furlani in avvio di finale: vola lontanissimo, tutti a guardare il tabellone che si illumina in uno straordinario 8,04 (migliore prestazione continentale di sempre all’aperto per la categoria) e fa esplodere la gioia azzurra in tribuna. Poi si ripete nell’alto, con la zampata del fuoriclasse: 2,15 al secondo tentativo (l’unico a valicare la misura) dopo aver rischiato di rimanere fuori dal podio superando 2,13 alla terza e ultima prova. Tutti da esplorare i limiti del reatino delle meraviglie, ma è proprio dal lungo (approcciato solo quest’anno) che potrebbero esserci le possibilità maggiori di progressi. Il terzo oro è della staffetta maschile a distanze crescenti (100-200-300-400 metri): in tre già medagliati a livello individuale, da Francesco Inzoli bronzo nel lungo a Eduardo Longobardi che si riscatta dall’argento dei 200 fino a Davide De Rosa terzo sugli 800 metri, nel quartetto insieme a Filippo Padovan. Siamo da podio, in un “virtuale” ranking a squadre: terzo posto nel medagliere e nella “placing table” alle spalle delle superpotenze Gran Bretagna e Germania. Ma lo siamo per davvero in tante gare: 11 metalli (3-5-3), due in più delle precedenti edizioni, con gli argenti di Nicolò Cannavale nel triplo (salto di qualità oltre il muro dei quindici), dei marciatori Giuseppe Disabato e Martina Sciannamea, della staffetta femminile, mentre è scatenata nei 100hs Sofia Pizzato, bronzo con esordio boom nella nuova categoria. Da urlo anche il Festival olimpico della gioventù europea a Banska Bystrica, dedicato agli “under 17”: il miglior bilancio nelle sedici edizioni dell’evento, sotto ogni punto di vista, con undici medaglie (4-2-5).
OLTRE LE BARRIERE
Tra gli altri acuti della stagione, un paio di primati storici che meritano la sottolineatura. C’è il record italiano under 20 negli 800 metri con l’eccellente 1:46.87 a Conegliano di Francesco Pernici, sei centesimi in meno e quasi 31 anni dopo Davide Cadoni. Ancora più datato quello del disco juniores, rimasto imbattuto dal 1985 e preso a spallate da Benedetta Benedetti con 54,80 a Pietrasanta per poi arrivare a 55,83 sulla pedana di Modena, a fine stagione. Entrambi non raccolgono quanto sperato ai Mondiali di Cali (out in batteria l’ottocentista, dodicesima in finale la lanciatrice) ma avranno modo e tempo di rifarsi. Per loro, per tutti, è il momento di fissare nuovi obiettivi anche tra i “grandi” dalla stagione che ormai è alle porte, con il 2024 degli Europei di Roma che ormai si avvicina e anche più avanti, proiettati verso il futuro.
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