Subito una strepitosa medaglia azzurra nella prima giornata dei Mondiali di Budapest. È il meraviglioso argento di Leonardo Fabbri nel getto del peso con un fantastico lancio a 22,34. Straordinaria l’impresa del 26enne fiorentino, secondo italiano di sempre e quinto europeo della storia, battuto soltanto dallo statunitense primatista mondiale Ryan Crouser che all’ultimo turno con 23,51 arriva a un soffio dal suo record di 23,56 stabilito a fine maggio. Sul terzo gradino il due volte iridato Joe Kovacs (Usa), bronzo con 22,12, mentre va oltre i ventidue metri anche il neozelandese Tom Walsh che però rimane fuori dal podio con 22,05. Nella qualificazione del mattino il portacolori dell’Aeronautica era andato avanti con 20,74 come ultimo dei promossi, con la dodicesima misura, ma in finale si esalta con un progresso di 35 centimetri dopo tre anni. Serata magica per il colosso toscano, che dopo un paio di stagioni difficili era tornato alla ribalta quest’anno con il successo al Golden Gala di Firenze e una serie di gare sopra 21,70 dimostrando continuità di rendimento. L’exploit al terzo tentativo di una finale memorabile, con la miglior misura degli ultimi 25 anni per un pesista europeo, poi sfiora anche i ventitré metri in un successivo lancio ma esce di pedana ed è nullo. Enorme la gioia dell’azzurro: un fiorentino è di nuovo d’argento ai Mondiali nel peso, 36 anni dopo Alessandro Andrei a Roma ’87. “L’ho sognato da una vita – racconta Fabbri – poi tante volte mi sono svegliato, ma ora quel giorno è arrivato. Sono contentissimo, lo dedico al mio allenatore Paolo Dal Soglio che mi è stato sempre vicino anche nei momenti meno facili. Non sono mai stato così bene, mi dispiace di aver fatto un solo lancio a 22 metri, ma credo di valere misure anche superiori e oggi l’ho dimostrato”. Undicesimo l’altro azzurro Zane Weir con 19,99. Nei 100 metri va in semifinale il campione olimpico Marcell Jacobs, terzo nella sua batteria in 10.15 (-0.4) mentre è eliminato Samuele Ceccarelli, 10.26 (-0.6). In finale nel triplo Emmanuel Ihemeje che salta 16,91 (+0.3), beffato invece Tobia Bocchi, primo degli esclusi con 16,66 (-0.2). Promosso in semifinale nei 1500 metri Pietro Arese (3:34.48), out Ossama Meslek (3:35.12) e Joao Bussotti (3:48.55). Domenica, nella seconda giornata dei Mondiali, in gara 20 azzurri: alle 7.15 di mattina la 20 km di marcia con Antonella Palmisano, Valentina Trapletti ed Eleonora Giorgi, nel pomeriggio le finali di Larissa Iapichino nel lungo, Yeman Crippa sui 10.000 metri e il doppio turno con semifinale ed eventuale finale dei 100 metri con Marcell Jacobs.
FABBRI: “IL SOGNO DI UNA VITA” – “Pazzesco! Sogno questa gara da una vita – le parole di Leonardo Fabbri – da quando ho iniziato a fare atletica da piccolo. Con la mia famiglia ho sempre guardato Mondiali e Olimpiadi in tv, ho sempre sognato di salire su un podio e fare il personale in maglia azzurra”. È un’emozione gigantesca per il fiorentino: “Non vedo l’ora di andare in camera da solo e piangere come un bambino. Ho trovato la forza nella mia testa, perché sapevo di valere un risultato del genere. Quest’anno avevo fatto bene però mancava qualcosa e avrei dovuto farlo oggi, non poteva esserci occasione migliore. Al mattino ho avuto un po’ di problemi con la pedana, oltre al ritardo, e non mi sono riscaldato bene. In serata invece sentivo una fiducia totale, ho preso in mano il peso da 7,260 chilogrammi e mi sembrava una pallina da tennis. Non pensavo al secondo posto, però volevo fare ventidue metri, era quello il mio obiettivo. Sapevo di stare benissimo, mai stato così in forma come adesso. Mi sono tolto un bel sasso dalle scarpe, perché in maglia azzurra mi era sempre mancato questo guizzo. Vorrei abbracciare quel Leonardo Fabbri che un paio di anni fa e l’anno scorso ha sofferto, non aveva tanta voglia di lanciare. Quel ragazzo che a sei anni ha cominciato con l’atletica e si divertiva. Dopo essere rimasto fuori di poco dalle finali di Mondiali e Olimpiadi, con occasioni perse, non vedo l’ora di abbracciare il mio tecnico Paolo Dal Soglio”.
PESO – Una gara bellissima ed entusiasmante, come forse nessuno poteva immaginare alla vigilia. Ma le gioie più intense sono proprio quelle che vanno oltre le previsioni, di tutti o quasi. Non brilla il più atteso degli azzurri, il campione europeo indoor Zane Weir, che non fa meglio di 19,99 al secondo lancio e si deve accontentare dell’undicesimo posto, fuori dai primi otto. È invece la serata della consacrazione per Leonardo Fabbri, qualificato con l’ultima misura utile al mattino, ma in serata è tutta un’altra storia. Nella finale apre con nullo, perché esce dalla pedana. Al secondo turno prenota un posto tra i primi otto con 21,26 e diventa sesto in classifica. Quando ormai è sicuro di poter proseguire con gli altri tre tentativi, si rende conto che può osare. E al terzo lancio esplode in un fragoroso 22,34 trovando la sua miglior misura di sempre. Per la prima volta sopra i 22 metri, e con ampio margine, cancellando il personale di 21,99 datato 2020. Secondo dietro al 22,98 di sua maestà Crouser, in zona podio a metà gara. Chi l’avrebbe detto? Ma è ancora lunga e gli avversari non mancano. Nessuno però riesce ad avvicinarlo: crescono alla quinta prova Kovacs (22,12), Walsh (22,05) e l’altro americano Payton Otterdahl (21,86), tutti dietro all’azzurro. Poi il boato della tribuna è di nuovo per “Leo” che dopo un nullo tocca la fettuccia dei 23 metri al penultimo lancio, anche se non riesce a rimanere in equilibrio e c’è la bandiera rossa. Con la medaglia ormai al collo, il toscano chiude con 21,22 mentre a vittoria acquisita si migliora Crouser che fa tremare il suo record mondiale. Ma la festa è anche azzurra, per uno splendido argento.
100 – Supera il primo turno dei 100 metri Marcell Jacobs. Il campione olimpico è terzo in batteria con 10.15 (-0.4) conquistando il piazzamento utile per andare avanti, con un centesimo di vantaggio sul canadese Brendon Rodney che chiude quarto in 10.16 e viene comunque recuperato in base ai tempi. Davanti c’è il giapponese Abdul Hakim Sani Brown (10.07) a precedere il giamaicano Rohan Watson (10.11). Dopo le difficoltà di una stagione condizionata dall’infortunio, a oltre due mesi al poco significativo 10.21 di Parigi, è soltanto la seconda uscita dell’anno sulla distanza per l’azzurro che non trova una partenza brillante ma poi riesce a distendersi e stacca il pass per la semifinale di domenica alle ore 16.35. “Era importante comunque essere qui a gareggiare – racconta Jacobs – e riascoltare un’atmosfera del genere dopo tutti questi mesi. Non si possono improvvisare i 100 metri, oggi è andata come è andata e ci sono tante cose da sistemare a livello tecnico. Ho avuto probabilmente la peggiore partenza della mia vita, ho fatto una gara in recupero e l’ultima parte non mi è dispiaciuta. Domani è un’altra giornata, spero di scendere in pista altre due volte e non si possono fare miracoli, ma cercherò di mettermi meglio in moto. Darò tutto me stesso per tirare fuori ogni energia”. Si va sui blocchi con ritardo a causa delle false partenze nella precedente batteria, quella del campione mondiale Fred Kerley che si accontenta del secondo posto in 9.99 dietro al talento giamaicano Oblique Seville, 9.86 con vento nullo per eguagliare il personale.
Niente da fare per Samuele Ceccarelli, out nei 100 in batteria. Scatta bene il campione europeo dei 60 indoor, sfruttando le sue frequenze, ma è meno efficace negli ultimi trenta metri e arriva quarto in 10.26 (-0.6). Se davanti sono imprendibili lo statunitense Noah Lyles e il keniano Ferdinand Omanyala, con 9.95 e 9.97, per il terzo posto c’è il 10.17 del nigeriano Usheoritse Itsekiri che poteva essere alla portata del toscano, sceso quest’anno a 10.13. “Sto un po’ rosicando – ammette Ceccarelli – perché si poteva fare qualcosa di meglio. Per metà gara sono rimasto a fianco di Omanyala, poi mi è mancata la decontrazione che mi avrebbe dovuto accompagnare fino al traguardo, ma nelle scorse settimane ho avuto qualche piccolo problema e ho perso qualche allenamento. Mi sarebbe piaciuto centrare il mio obiettivo, ma non posso essere triste perché è stata una stagione ricchissima, competere a questo livello mi lascia felice e con ottime prospettive per l’anno prossimo”. Sotto i dieci secondi nell’ultima batteria anche il sudafricano Akani Simbine con 9.97 (-0.1) e lo statunitense ex iridato Christian Coleman in 9.98.
TRIPLO – Uno su due per gli azzurri nel triplo, dopo aver cullato a lungo il sogno dell’en plein. Chi sorride è Emmanuel Ihemeje, alla sua seconda finale mondiale consecutiva con 16,91 (+0.3) al primo salto che mette subito l’ipoteca sulla qualificazione. Poi il bergamasco, quinto l’anno scorso alla rassegna iridata di Eugene, atterra a 16,54 (-0.1) nel secondo turno e rinuncia al terzo. Ancora un epilogo amaro per Tobia Bocchi, tra i primi dodici fino all’ultimo salto della gara e superato proprio in extremis. È nella posizione più scomoda l’emiliano, tredicesimo con il 16,66 (-0.2) che aveva alimentato legittime speranze dopo i primi due tentativi interlocutori a 16,20 (+0.3) e 16,18 (-0.3). Con il forfait del portoghese Pichardo, il maggiore candidato all’oro sembra il giamaicano Jaydon Hibbert che fa 17,70 (-0.2). Finale lunedì alle ore 19.40.
1500 – Si guadagna la semifinale dei 1500 metri Pietro Arese, dopo aver gestito nel migliore dei modi una gara lanciata a ritmo sostenuto e chiusa al quarto posto in 3:34.48 a meno di un secondo dal record personale. Al suono della campana dell’ultimo giro è in posizione ideale dietro allo spagnolo Mohamed Katir, all’olandese Niels Laros e all’australiano Stewart McSweyn (poi settimo ed eliminato con 3:36.01), poi il torinese si mette in scia a Katir e Laros sul rettilineo opposto e controlla quando si forma il sestetto di testa che viene promosso al turno intermedio. Vince il 18enne Laros (3:34.25) seguito da Katir (3:34.34), appuntamento alle ore 17.30 di domenica. Qualificazione sfiorata invece da Ossama Meslek, settimo in 3:35.12 con un crono di rilievo, primo degli esclusi. Nella batteria tirata dal keniano Abel Kipsang (3:34.08), il vicentino corre nella seconda parte del gruppo, uscendo all’esterno nel finale ma non è sufficiente per andare avanti in base al piazzamento. Ci prova Joao Bussotti, in una gara decisamente tattica che si infiamma nell’ultimo giro. L’azzurro cerca spazio nelle posizioni di testa e ci rimane fino al rettilineo conclusivo, ma il cambio di passo degli avversari diventa insostenibile: tredicesimo al traguardo il livornese in 3:48.55 con il successo allo spagnolo Mario Garcia (3:46.77).
LE ALTRE FINALI – Tripletta etiope con arrivo thrilling nei 10.000 metri: vince Gudaf Tsegay in 31:27.18 nella volata spalla a spalla con Sifan Hassan, ma l’olandese cade a una ventina di metri dal traguardo dopo essersi allargata troppo e poi chiude per onor di firma, undicesima in 31:53.35. Soltanto bandiere dell’Etiopia sul podio: argento alla campionessa uscente Letesenbet Gidey (31:28.16), bronzo Ejgayehu Taye (31:28.31). Olanda ko anche nella 4×400 mista: a pochi passi all’arrivo crolla Femke Bol e c’è il sorpasso degli Stati Uniti, oro con Justin Robinson, Rosey Effiong, Matthew Boling e Alexis Holmes in 3:08.80, record mondiale per questa specialità introdotta da pochi anni. Seconda la Gran Bretagna (3:11.06), terza la squadra ‘orange’ ma senza testimone e allora il bronzo va alla Repubblica Ceca (3:11.98).
TV E STREAMING – È prevista un’ampia copertura tv per i Mondiali di atletica. La rassegna iridata di Budapest, da sabato 19 a domenica 27 agosto, è in onda in diretta integrale su Rai, Sky e Eurosport. QUI il palinsesto completo.
l.c.
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